E’ un tema particolarmente sentito in questi giorni quello dell’emissione del BTP ITALIA e diversi investitori si stanno chiedendo se questo strumento è valido da inserire all’interno del proprio portafoglio di investimento, perciò in questo video vedremo come funziona questo strumento e se conviene inserirlo all’interno del portafoglio.
In un altro articolo avevo spiegato che fino a prima del rialzo dei tassi d’interesse le obbligazioni avevano un rendimento bassissimo, perciò non erano un strumento interessante da tenere nel portafoglio, ma ovviamente dipende molto dal tipo di strategia utilizzata e dall’orizzonte temporale del singolo investitore.
Se hai comprato un BTP in passato con le cedole più basse, ora sicuramente ti faranno gola i nuovi BTP con le cedole più alte e penserai: semplice! vendo i miei BTP e compro quelli nuovi con rendimenti maggiori, ma sarebbe troppo semplice !
L’obiettivo della politica monetaria è quello di mantenere un equilibrio economico nel tempo; dopo l’iniezione di liquidità che abbiamo visto durante il Covid per salvare le aziende, questo equilibrio si è rotto perché l’inflazione è salita a livelli record.
Lo step successivo delle banche centrali è quello di fare marcia indietro e prendere dei provvedimenti opposti a quelli della politica monetaria espansiva, in modo tale da contrastare l’inflazione, rialzando cioè i tassi.
Ed è qui che arriviamo al tuo vecchio BTP che rendeva poco e non puoi nemmeno vendere: con il rialzo dei tassi, il prezzo delle obbligazioni scende, perciò ti sei ritrovato dei BTP in fortissima perdita, movimenti che siamo abituati a vedere in mercato come quello azionario, ma non in quello obbligazionario, perciò se vuoi rivedere il tuo capitale, devi attendere la scandenza di quel BTP e per questo motivo sei, in un certo senso, incastrato.
Ci tengo a ribadire che l’investimento deve partire dagli obiettivi, dall’età, dalla capacità di risparmio, dalla sopportazione del rischio e mai e poi mai dal rendimento.
Inoltre non ha senso guardare il rendimento cedolare se non hai bisogno di vivere di rendita, perché non sfrutti l’ottava meraviglia del mondo: l’interesse composto.
Perciò se hai un capitale sufficiente per vivere di rendita con una strategia che non corrode tale capitale, ha senso inserire degli strumenti a distribuzione nel portafoglio, altrimenti ritengo che sia uno spreco non indifferente.
La distribuzione, il prelievo del capitale, la vendita dei nostri strumenti quando non abbiamo una forte necessità è la morte dell’interesse composto.
E’ inutile che esaltiamo il vantaggio fiscale del 12,5% quando l’interesse composto ha una potenza devastante rispetto a questa minuscola agevolazione.
Se non sei il classico investitore italiano a cui non interessa l’interesse composto, non interessa rischiare in modo intelligente per avere più rendimento e che pensa di inserire un peso significativo di BTP nel portafoglio, e vuoi fare le cose in modo intelligente: acquista il BTP con un peso ridotto (es. 2-5 % max) all’interno del tuo portafoglio ben capitalizzato da cui avrai effettivamente bisogno di un flusso cedolare.
Vediamo come funziona il BTP:
Il BTP Italia è un Titolo di Stato indicizzato al tasso di inflazione nazionale e pensato come strumento di protezione del risparmio dall’innalzamento dei prezzi, ha una durata di 6 anni e le cedole sono semestrali.
Solitamente il Btp viene emesso tramite asta, ma in questo caso viene emesso attraverso il MOT (mercato telematico delle obbligazioni), dal mio punto di vista è un vantaggio notevole perché con 2 click puoi acquistare questo strumento dall’Home Banking.
Il lotto minimo è di 1.000 euro.
Uno dei vantaggi di questo strumento è il fatto che sia emesso in Euro, in un periodo storico in cui il dollaro è elevato, può essere una protezione utile come copertura dal dollaro nel caso in cui ci siano degli strumenti con un’esposizione valutaria dollaro, senza copertura.
Il BTP, come altre obbligazioni, porta il rendimento dalla cedola che può essere fissa o variabile (un interesse che viene riconosciuto all’investitore per aver prestato i soldi allo Stato Italia) , in questo caso una percentuale costante minima (1,6% annuo) e una percentuale variabile indicizzata all’andamento dell’inflazione, e dall’andamento del prezzo (capital gain), ma se lo compri all’emissione sarà alla pari, a 100, ti verrà rimborsato il valore nominale del tuo BTP una volta raggiunta la scadenza.
Perciò se mantieni la tua obbligazione sino alla scadenza, poco importa dell’oscillazione del prezzo perché ti verrà rimborsato il capitale nominale e solo nel caso in cui lo Stato Italia, in questo caso, dovesse andare in default o ci dovesse essere una crisi politica ci potrebbe essere una ristrutturazione del debito: ciò significa che:
- La data di scadenza del titolo può essere posticipata
- Si può ritardare il pagamento delle cedole
- Lo Stato può decurtare pagamenti delle cedole e rimborsi
- Il metodo per il calcolo dei pagamenti può essere cambiato in modo arbitrario
- Può cambiare la valuta di pagamento
Queste sono le clausole Cacs che possono essere applicate solo su titoli emessi dopo il 1° gennaio 2013, quindi non hanno un valore retroattivo, solo su emissioni superiori ai 12 mesi, sul 45% dei titoli emessi in un anno e la decisione su quali emissioni applicare le clausole di azione collettiva spetta allo Stato.
Sì certo non è mai successo, l’Italia non andrà mai in default, ma da consulente finanziario indipendente, non ho alcuna presa di posizione su alcun prodotto e ti devo mettere il focus su ciò che oggettivamente può essere un potenziale pericolo. Abbiamo visto in questo video (scheda btp vs etf) che il rating Italia non brilla, perciò ti devo mettere in guardia dal rischio emittente.
Se avessi un portafoglio con un importante peso di BTP, questo aspetto non mi farebbe dormire sereno, per quanto siamo abituati a vedere le obbligazioni come un asset sicuro.
Sintesi vantaggi del BTP Italia:
- Protezione dall’inflazione
- Acquistabile online
- Rendimento minimo (protezione dalla deflazione)
- Bonus aggiuntivo “premio fedeltà” (irrilevante)
- Tassazione 12,5 %
Svantaggi del BTP Italia:
- Ristrutturazione del debito nel caso l’Italia non riuscisse a ripagare i debiti
- Cedola molto bassa se entriamo in un contesto deflazionistico, obiettivo della BCE
- Capitale vincolato e in un contesto di rialzo dei tassi, il BTP può avere delle forti oscillazioni come abbiamo già visto con i BTP in questo vicino passato, perciò se compri un BTP mettiti nell’ottica di portarlo sino alla sua naturale scadenza
- Strumento a distribuzione, perciò se il tuo obiettivo è quello di far crescere il tuo capitale e hai un lungo orizzonte temporale, ti consiglio di investire in strumenti come ETF obbligazionari che hanno la possibilità di reinvestire le cedole.Siccome il mio obiettivo è quello di gestire grossi capitali, la ragione per cui metto in dubbio ogni strumento è quella di garantire la massima protezione del capitale.
E fattori come il bail-in, default dello Stato sono tutti rischi che devo assolutamente considerare.
Un cliente da 1 milione di euro che vuole principalmente proteggere il proprio capitale, non mi sentirà mai dire “investiamo una bella fetta in BTP che siamo al sicuro” perché esistono dei rischi oggettivi da considerare e se l’Italia in passato ha sempre ripagato i suoi debiti, non è una garanzia che continuerà a farlo.
Un’alternativa può essere acquistare singole obbligazioni di altri paesi con minor rischio emittente, investire in ETF che hanno una vantaggio enorme per quanto riguarda la diversificazione, ma sono comunque da considerare questi aspetti:
- Durata costante nel portafoglio: a differenza delle obbligazioni singole che risentono sempre meno del rialzo dei tassi d’interesse man mano che ci avviciniamo alla scadenza, gli ETF mantengono una durata costante, perciò man mano che la scadenza si avvicina, le vecchie obbligazioni verranno sostituite con quelle nuove.
Non è un male in questo contesto in cui i rialzi dei tassi fanno scendere i prezzi degli ETF obbligazionari (quindi costano meno) e comprano nuove obbligazioni che rendono flussi cedolari maggiori.
Ciò significa che l’ETF risentirà di più delle oscillazioni dei tassi d’interesse, ma questo non significa che sia meglio l’obbligazione singola rispetto all’ETF, io stesso utilizzo questi strumenti in base ad una strategia d’investimento di quel determinato portafoglio di quel determinato investitore.
Inoltre se hai bisogno di un portafoglio che sfrutti l’interesse composto e un’ottimizzazione fiscale per reinvestire le cedole, un ETF obbligazionario ad accumulo è la scelta più sensata.
In questo caso ti ricordo che, quando vuoi valutare le performance di un ETF obbligazionario, ricordati di includere nella valutazione anche i flussi cedolari.
Gli ETF obbligazionari hanno migliaia di obbligazioni al loro interno, ovviamente in questo caso mi riferisco alle obbligazioni di società, non titoli di stato, perciò sempre all’interno di una strategia questo aspetto non è da trascurare perché in questo modo si abbatte notevolmente il rischio emittente.